[vc_row][vc_column][vc_column_text]Stereotipata come la città della perdizione (a causa/grazie alla marjuana legalizzata), Amsterdam, invece, è molto di più: BIRRA, BIRRA E TANTA BIRRA! Lasciando perdere assolutamente l’Heineken experience che, per l’amor di dio può anche piacere magari a qualcuno a cui non piace la birra, la città olandese pullula di deliziosi pub nei quali si possono degustare svariate birre: la spina sgorga oro liquido in diverse fermentazioni e tipologie, e le bottiglie ti accolgono con etichette davvero intriganti: una freccia dritta al cuore.
Bene, le foto che accompagnano sono il risultato della Amsterdam’s ebbrezza.
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Cultura chiama cultura: la città offre anche molti musei ed esposizioni di valore mondiale, per citarne alcuni: al Van Gogh Museum per esempio c’è davvero da perderci la giornata, con la sua guida interattiva coinvolge e ti ingloba nel mondo del post impressionismo, con una tendenza espressionista. Altre mostre per intenditori o studiosi le si possono trovare al Rijksmuseum o al Moco; davvero interessanti sono state per noi il “World presso photo 2016” ospitato alla Nieuwe Kerk e la mostra di Helmut Newton al Foam, luogo di famose esposizioni.
Per i meno intellettuali, ma più romantici, super consiglio di noleggiare una bicicletta e cercare (dico cercare perché è stata un’impresa riuscire a capire la viabilità della città) di scorrazzare in giro per il centro, lasciandosi trasportare dall’atmosfera quasi Veneziana dovuta ai milioni di canali e ponticelli, dai quali ammirare scorci suggestivi. Advice: dal centro città si può facilmente raggiungere la stazione dei treni in bici, suggerisco di prendere una corsa (pagando il ticket sia per sé stessi che per la bici) ed arrivare fino alla cittadina di Zaahnse Schanse e da lì, passeggiare e farsela in bici fra i mulini a vento accompagnati dal profumo di cioccolato sempre presente nell’aria. Una meraviglia!
Se diventa invece difficile trovare un posto per pranzo o cena, si può sempre comunque contare sui vari mercati o baldacchini in strada. Di scorpacciate ce ne siamo fatte e le nostre top player sono state: le Vlaamse frieten, ovvero le patatine fritte, condite a vostro piacere da un’infinità di salse (preferita: Zaahnse Mayo), il panino con l’aringa e la anguilla da “Frens Haringhandel” e lo stroopwafeln all’Albert Cuypmarkt da “Goudchse Stroopwafel“, dove l’omino che lo prepara sembra essere un vero e proprio cartellone pubblicitario!
Diciamo che fra una birra ed un’altra abbiamo anche trovato il tempo di fare disastri: la prima sera mentre eravamo alla ricerca di un ristorante per la mia taaaanta fame, un piccione ha deciso bene di farmi saltare i nervi cagandomi sui capelli; Giacomo si è storto la caviglia andando in bicicletta incazzandosi che Dio solo sa; la seconda sera abbiamo cenato Thai e il mio alito sapeva letteralmente di cacca; l’ultima sera a cena dall’Indonesiano (che anche la cosa meno piccante era da cartellino rosso) il metabolismo di Giacomo ha accelerato a stecca e abbiamo dovuto trovare un tram, che fra l’altro non arriva più, per tornare in hotel a calmare le “acque”. Il tutto è stato sempre comunque accompagnato da tanto, tanto amore <3